mercoledì 29 aprile 2020

Ubi tu Gaius, ego Gaia

Nuptiae sunt coniunctio maris et feminae, consortium omnis vitae, divini et humani iuris communicatio.
Il matrimonio è l'unione dell'uomo e della donna, la condivisione di tutta la vita, l'accordo tra il diritto divino e quello umano.
Queste belle parole, con cui viene definito il matrimonio, non sono state pronunciate da un sacerdote in un corso di preparazione alle nozze né si trovano scritte nel Codice di diritto canonico o nel manuale di Catechismo, ma esprimono il pensiero di Elio Floriano Erennio Modestino (III sec d. C.), uno dei più illustri giureconsulti romani: basti pensare che nel famoso Digesto di Giustiniamo sono citati centinaia di passi tratti dalle sue opere.
Per quale motivo io, un letterato, ho riportato quel brano giuridico?
E' presto detto. Il 29 aprile di trentasei anni fa - era il 1984 - nella basilica romana di S. Marco, adiacente a piazza Venezia, ho sposato Rosalba, da me poi trasfigurata in Ablasor, la protagonista di quasi tutti i miei romanzi.
Perciò in questa lieta ricorrenza ho voluto commemorare quel giorno con una citazione, ovviamente in latino, profonda e molto calzante.
Infiniti auguri di ogni bene, piccola Ablasor!

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