martedì 1 settembre 2020

James Bond a spasso nel Foro romano

Le guerre non sono mai state vinte solo sul campo di battaglia, ma il più delle volte un trionfo militare è stato favorito da una preventiva e sapiente azione di spionaggio o di controspionaggio. Questa è una risorsa non dei soli tempi moderni, ma una pratica che risale già ai Greci e ai Romani. 
Per restare tra questi ultimi, a cui d'altronde è dedicato il mio blog, voglio parlarvi del sistema crittografico escogitato da quel genio militare che fu Caio Giulio Cesare. So bene che tra i miei lettori c'è un esperto crittografo, ma chi non conosce l'etimologia della parola crittografia, sappia che deriva da due parole greche: kryptòs (= nascosto) e graphìa (= scrittura). Quindi: scrittura nascosta.
Lo storico latino Svetonio, autore della "Vita dei XII Cesari", nel primo libro, dedicato a Giulio Cesare, ci informa pure sulla particolare abilità del condottiero romano in qualità di agente 007 ante litteram (paragrafo 56):

Ci restano anche delle missive indirizzate a Cicerone (= Quinto Tullio Cicerone, fratello del più famoso Marco), come pure ai suoi intimi, su affari privati, nelle quali, se c'erano alcune cose da riferire in modo nascosto, ha scritto usando un linguaggio cifrato, cioè disponendo le lettere in modo tale che non si potesse ricostruire alcuna parola: e qualora uno voglia esaminarle e decifrarle, sostituisca la quarta lettera dell'alfabeto, cioè la D al posto della A e anche le altre di conseguenza.


Nessuno mette in dubbio che questo sistema crittografico fosse rozzo e assolutamente improponibile al giorno d'oggi, però allora, in tempi in cui l'analfabetismo era dominante e soltanto pochi erano in grado di comprendere la scrittura normale, la crittografia di Giulio Cesare non poteva non risultare del tutto indecifrabile e, pertanto, funzionale al suo scopo. 
Esaurito l'aspetto informativo di questo post, vorrei passare a quello pratico e, nello stesso tempo, ludico. Vi proporrò un gioco. Trascriverò una frase latina, usando il sistema crittografico di Cesare e userò la scrittura continua, quella che veniva utilizzata nei codici manoscritti, senza la separazione tra le diverse parole. La frase è questa:

PDLNVZHUPHAVDVNQAVHVZ

Dovete cercare di decifrarla, usando il semplice alfabeto italiano.
A chi sa il latino, e tra i miei lettori ce ne sono alcuni che lo conoscono a diversi livelli, assegno un compito supplementare: devono tradurre dal latino all'italiano la frase nascosta. 
Ma attenzione: c'è una simpatica sorpresa in agguato.
Buon divertimento!
  



     

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