lunedì 4 maggio 2020

Nonno "calculus" e i suoi nipotini

La parola latina calculus, che deriva da calx calcis (= calce), indica una concrezione calcarea e quindi può essere tradotta in italiano come sassolino, pietruzza. Con i sassolini le bambine e i bambini romani cominciavano a fare i primi conti, un po' come i nostri bimbi con il pallottoliere, ossia imparavano a calcolare. Ma le pietruzze erano anche usate come pedine su diversi tavolieri in giochi come il Ludus Latrunculorum, una via di mezzo tra la Dama e gli Scacchi, o uno equivalente al nostro filetto, altrimenti detto mulino, di cui, però, si ignora quale fosse l'autentico nome latino. L'etimologia ci aiuta anche a capire come mai si chiamino calcoli quelle aggregazioni patologiche di sali minerali che si formano nella cistifellea, nel fegato, nei reni. Di queste tre diverse accezioni, attualmente se ne seguitano ad usare due, quella aritmetica e quella medica, una delle varie prove evidenti e inconfutabili che anche nel campo scientifico moderno non si può fare a meno del latino: chi non è d'accordo, cancelli pure dal dizionario italiano le parole calcolo, nel suo doppio significato, calcolare, calcolatore, calcolatrice, tutte derivate dall'antenato calculus, e le sostituisca con altre parole. Nell'attesa che ciò avvenga voglio mostrarvi in che modo un grande scrittore latino come Petronio, il famoso arbiter elegantiae della corte neroniana, personaggio che figura sia nel romanzo Quo vadis?, sia nel film da esso tratto, abbia usato il termine calculus con una suggestiva ed icastica valenza metaforica.
Encolpio, il protagonista del romanzo Satyricon, che è anche l'io narrante e, pertanto, tende ad identificarsi con l'autore, sulla riva del mare dopo un naufragio osserva il cadavere di un suo ex rivale. In preda alla commozione, improvvisa un discorso funebre di commiserazione del suo antico avversario e, dopo aver amaramente osservato che non solo in mare ma in qualunque circostanza siamo in balìa del destino ed esposti a una morte imprevista ed imprevedibile, giunge alla seguente conclusione:
si bene calculum ponas, ubique naufragium est
(se collochi bene il sassolino, il naufragio è dovunque).
Il riferimento al sassolino può essere interpretato nel doppio significato di fare bene i conti e di collocare la pedina sul tavoliere nel modo strategicamente più funzionale, ma in ogni caso il concetto risultante è unico e consiste nella metafora: addizionare o sottrarre bene due numeri, come anche eseguire la mossa giusta sul tavoliere equivale a ragionare, riflettere con profondità e precisione. Per cui, la mia traduzione è questa:
se ci rifletti bene, la vita è tutta un naufragio

Post in evidenza

Festìna lente

Questo motto latino, tuttora molto usato, significa: affréttati lentamente, e pare che fosse pronunciato spesso dall'imperatore Augusto,...