lunedì 15 novembre 2021

Nullum sine exitu iter est

 Ogni viaggio ha una sua fine, come ci ricorda il saggio Seneca. Oggi si è concluso il viaggio ideale, durato più di cinque mesi, che ho intrapreso per ideare e comporre il mio ultimo romanzo. Tra una dozzina di giorni esso sarà fruibile nelle molteplici librerie online e, dietro ordinazione, pure in quelle fisiche (Feltrinelli, Mondadori, etc.). Da oggi sono in possesso della copertina definitiva e del testo, impaginato nello stesso modo in cui sarà stampato.
E' un romanzo a cui tengo molto, che si riallaccia a uno spunto sfruttato parzialmente ed episodicamente una decina di anni fa, e che, riveduto, corretto e ampliato, è divenuto il fulcro e il trampolino di lancio delle vicende (ci posso giurare: imprevedibili!) dei restanti due terzi della narrazione. Ne risulta un tutt'unico di cui sono molto soddisfatto, e che, secondo la famosa formula oraziana, unisce indissolubilmente l'utile al piacevole (omne tulit punctum qui miscuit utile dulci = ottenne il miglior risultato chi unì l'utile al dilettevole). Per ora non voglio anticipare nulla oltre a ciò che ho già detto in un post precedente, ma non appena qualcuno di voi lo leggerà (se e quando...), lo accoglierà o con entusiasmo e viva partecipazione o con disappunto e freddezza scostante: certamente - a mio parere - non potrà rimanere indifferente.
Voglio solo precisare un particolare di secondaria importanza. Nel post del 26 ottobre (Finis coronat opus) avevo preannunciato che il romanzo con le sue 158 pagine avrebbe superato il mio precedente record di lunghezza, che era di 156 pagine. In realtà non facevo i conti con le diverse regole di impaginazione e di dimensione dei caratteri seguite dall'editore, per cui esse sono scese a 154.   

Post in evidenza

Festìna lente

Questo motto latino, tuttora molto usato, significa: affréttati lentamente, e pare che fosse pronunciato spesso dall'imperatore Augusto,...