mercoledì 10 giugno 2020

Est modus in rebus

Questo invito alla moderazione, ancora in uso tra chi mastica un po' di latino (significa c'è una misura nelle cose), è un emistichio (= mezzo verso) di Orazio, contenuto nella I satira del I libro, che risulterà più chiaro se cito per intero i due versi cui appartiene (vv. 106 - 107):

est modus in rebus, sunt certi denique fines,
quos ultra citraque nequit consistere rectum

ossia:

c'è una misura nelle cose, ci sono infine certi limiti, al di qua e al di là dei quali non può risultare ciò che è giusto.

Questo principio del giusto mezzo, ovvero l'equidistanza dai due estremi opposti, non l'ha inventato Orazio, ma è stato proposto dal celebre filosofo Aristotele - tra l'altro precettore di Alessandro Magno - come fondamento di un comportamento virtuoso, che eviti il troppo e il troppo poco: per es. il coraggio è la posizione intermedia tra la viltà e la temerarietà. La parola greca con cui la definisce è μεσότης, cioè via di mezzo, quella che in latino viene tradotta con medietas oppure mediocritas, termine gradito ad Orazio e da lui usato in una famosa poesia: la decima Ode del II libro, in cui esalta l'aurea mediocritas, che non è un elogio della mediocrità, perché in latino mediocritas vuol dire anche moderazione, via di mezzo, senso della misura. Ne riporto la mia traduzione integrale, dato che si tratta di uno dei suoi testi basilari, che ci aiutano a capire il modo di pensare - la forma mentis! - del poeta venosino, uno dei più grandi della latinità, preso a modello insuperabile per tutto il corso dei secoli:

Più giustamente tu vivrai, Licinio,
se non ti spingi sempre in alto mare
né, mentre cauto temi le tempeste,
troppo ti accosti all'insidiosa riva.

Chi ama la dorata via di mezzo,
dal sudiciume è esente di una casa
trascurata, come pure, modesto,
non vive in una reggia da invidiare.

E' agitato dai venti il grande pino
con impeto maggiore e le alte torri
con più violenza crollano e colpisce
il fulmine la sommità dei monti.

Un animo che sia ben preparato,
spera che cambi la sua sorte avversa,
lo teme, se è propizia. E' sempre Giove
che riporta e allontana i freddi inverni.

Oggi le cose vanno male? Pensa
che non sarà così pure domani:
talvolta Apollo desta nella cetra
note già mute né saetta sempre.

Nelle sventure mostrati animoso
e forte, ma sii pronto saggiamente
a ridurre le vele, se gonfiate
da un vento che sia troppo a te benigno.


Il principio del giusto mezzo, inteso come capacità di sapersi accontentare e di non voler mai strafare, viene espresso anche da Giovenale, ma in una forma più originale e concreta, in un famoso apoftegma (= sentenza) contenuto nell'ultimo verso della satira XI:

se vuoi godere di un piacere, devi usarlo raramente.

Come è facile vedere, si tratta di un consiglio pratico di saggezza spicciola, utilizzabile in qualunque situazione e valido per qualunque argomento.

 

  

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