domenica 23 gennaio 2022

Senza parole



Sì, proprio tu!

In cauda venenum

Il veleno nella coda.

Il poeta latino Marziale, per costruire la maggior parte dei suoi epigrammi, ricorre a una particolare tecnica compositiva: l'aprosdòketon, la figura retorica che prevede l'uso di una parola o di una frase inattesa rispetto a quello che ci si aspettava. Infatti la prima parte di molti suoi componimenti presenta l'argomento, senza far capire le intenzioni del poeta, mentre il finale è una rasoiata a sorpresa – il fulmen in clausula – che sconcerta il lettore, mettendolo davanti a una conclusione imprevista. Ne presento alcuni semplici ma indicativi esempi:
I, 47
Nuper erat medicus, nunc est vispillo Diaulus:
quod vispillo facit, fecerat et medicus.
Fino a poco fa Diaulo faceva il medico, adesso fa il becchino:
quello che fa da becchino, l'aveva fatto anche da medico.
III, 8
"Thaida Quintus amat." <Quam Thaida?>" “Thaida luscam".
Vnum oculum Thais non habet, ille duos.
“Quinto ama Taide.” <Quale Taide?> “Taide la guercia.”
Taide è cieca da un occhio, quello da tutti e due.
III, 26
Praedia solus habes et solus, Candide, nummos,
aurea solus habes, murrina solus habes,
Massica solus habes et Opimi Caecuba solus,
et cor solus habes, solus et ingenium.
Omnia solus habes – nec me puta uelle negare –
uxorem sed habes, Candide, cum populo.
Candido, da solo possiedi i campi e da solo i denari,
da solo hai oggetti d'oro, da solo possiedi vasi pregiati,
da solo hai il vino Massico e da solo il Cecubo dell'anno di Opimio,
e da solo hai un cuore, da solo anche l'ingegno.
Possiedi tutto da solo – non credere che io voglia negarlo –
ma la moglie, o Candido, l'hai in comune con tutti.
V, 9
Languebam: sed tu comitatus protinus ad me
uenisti centum, Symmache, discipulis.
Centum me tetigere manus aquilone gelatae:
non habui febrem, Symmache, nunc habeo.
Non mi sentivo bene: ma tu, o Simmaco, sei venuto
subito da me, accompagnato da cento assistenti.
Mi toccarono cento mani rese gelide dalla tramontana:
non avevo la febbre, Simmaco, adesso ce l'ho.
XII, 12
Omnia promittis, cum tota nocte bibisti;
mane nihil praestas. Pollio, mane bibe.
Fai mille promesse, quando hai bevuto tutta la notte; al mattino non ne mantieni una. Pollione, bevi di mattina.

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