mercoledì 3 marzo 2021

Cuncti gens una sumus

Questa frase latina, che significa siamo tutti un popolo solo, è contenuta nel poema De consulatu Styliconis (libro III, v. 159), scritto da Claudio Claudiano, poeta latino di origine egiziana, nato intorno al 370 dell'era volgare, ma di cui si perdono le tracce dal 404 in poi. Essa vuole sottolineare con enfatica convinzione l'incontenibile portata spazio-temporale della potenza e della missione civilizzatrice dell'Impero romano. 
Ovviamente la mia citazione non vuole avere una valenza nostalgica nei confronti di una realtà politica e culturale, che oggi può costituire esclusivamente un attraente oggetto di studio nella consapevolezza, però, che in esso affondano le radici della civiltà occidentale. E allora - direte voi - perché l'ho rispolverata?
Il motivo è legato a uno dei miei interessi più sentiti, a cui per un certo periodo della mia giovinezza ho dedicato un'intensa attività a livello agonistico: il gioco degli scacchi. Infatti la frase cuncti gens una sumus è stata scelta come motto ufficiale della F.I.D.E. (Fédération Internationale des Echecs = Federazione Internazionale degli Scacchi), fondata nel 1924 e la cui attuale sede è a Losanna in Svizzera. Quelle parole non sono casuali, ma ben si adattano alla realtà universalistica degli scacchi, che come la musica, la matematica e le arti figurative esprimono dei contenuti e dei valori comprensibili e condivisibili da chiunque, indipendentemente dalle differenze linguistiche ed etniche.
E comunque la frase riesce ad abbinare alla perfezione due passioni che ancora mi danno soddisfazione: il latino e gli scacchi.       

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