martedì 30 novembre 2021

(Uomini e) bestie

Quos Deus perdere vult, dementat prius (= quelli che Dio vuol mandare in rovina, prima li fa impazzire). Solo questo è il commento che mi sorge spontaneo, pensando alle assurdità che sto per riferirvi.
La Commissione Europea, guidata dalla famigerata Ursula Von der Leyen, ha partorito un regolamento (per ora ad uso interno), in cui viene stravolto e coartato il linguaggio in un modo che ha poco o nulla da invidiare alla neo-lingua immaginata da Owen nel suo romanzo "1984" - ahimè! - tristemente profetico: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza, e tante altre amenità di questo tipo. Ma vediamo più da vicino le pretese strampalate della cara Ursula. Per garantire una comunicazione inclusiva, bisogna seguire queste regole:

"Fai attenzione a non menzionare sempre prima lo stesso sesso nell’ordine delle parole, o a rivolgerti a uomini e donne in modo diverso (ad esempio un uomo per cognome, una donna per nome). Quando scegli le immagini per accompagnare la tua comunicazione, assicurarsi che le donne e le ragazze non siano rappresentate in ambito domestico o in ruoli passivi mentre gli uomini sono attivi e avventurosi..."

Non usare il maschile come pronome predefinito né nomi di genere, come "operai, poliziotti", evitare di rivolgersi a una donna con i termini "signora, signorina", in una conferenza non usare la formula di esordio "Signore e signori" ma "Cari colleghi". Evitare espressioni come "il fuoco è la più grande invenzione dell'uomo" ma sostituirla con "il fuoco è la più grande invenzione dell'umanità"; non usare l'aggettivo "disabile" ma parlare di persone con disabilità; vietato parlare di colonizzazione di Marte, ma "inviare umani su Marte" etc. etc. Lo scopo di modificare e violentare il linguaggio è quello di modificare e violentare il modo di pensare, così da costringere gli uomini [scusate: l'umanità] ad abbandonare tutti i valori e i princìpi morali, che stanno alla base della civiltà europea e sostituirli con il pensiero (?) liquido - direi: fangoso - del progressismo radical-chic. Per questo vanno distrutte le radici della cultura europea: l'eredità greco-latina e, specialmente, il cristianesimo. Per garantire il rispetto di tutte le religioni, questo aberrante regolamento europeo vieta di nominare il Natale e l'aggettivo "natalizio": non si deve nominare il "periodo natalizio", che deve essere sostituito con un generico "vacanze". Ma non basta, è vietato addirittura pronunciare i nomi di personaggi fondamentali del cristianesimo: bisogna sostituire Maria e Giovanni con... Malika e Giulio. Siamo alla follia!
Mi mancano le parole adatte per commentare queste scemenze e sono costretto a prenderle in prestito da Dante:
uomini siate e non pecore matte!

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