venerdì 31 luglio 2020

Dies irae

"Il giorno dell'ira": sono le prime due parole di una poesia liturgica latina, che ne costituiscono anche il titolo, attribuita al frate Tommaso da Celano, vissuto tra la fine del dodicesimo e la prima metà del tredicesimo secolo. Non c'è più la metrica quantitativa, caratteristica dell'antica poesia latina e greca, ormai sostituita da quella accentuativa, integrata per di più dalla rima.
Argomento di questa poesia è la descrizione di ciò che avverrà il giorno del giudizio universale, quando gli squilli dell'ultima tromba riuniranno tutte le anime davanti al trono di Dio: quelle buone saranno salvate, mentre quelle cattive saranno condannate al fuoco eterno.
Quando avevo una ventina d'anni, uscì un film western, interpretato da Lee Van Cleef e da Giuliano Gemma, il cui titolo era "I giorni dell'ira", palesemente ispirato al titolo di questo testo liturgico.
Trascrivo le prime tre terzine della suggestiva poesia e ne fornisco la traduzione:


Dies irae, dies illa
solvet saeclum in favilla:
teste David cum Sibylla.

Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus.

Tuba mirum spargens sonum
per sepulcra regionum,
coget omnes ante thronum.

Il giorno dell'ira, quel giorno
ridurrà il mondo in cenere:
lo assicurano David e la Sibilla.
Quanto sarà grande la paura,
quando starà per venire il giudice,
che punirà severamente tutte le colpe!
La tromba, emettendo un mirabile suono
attraverso i sepolcri di ogni luogo,
riunirà tutti davanti al trono...

Il resto lo vedremo di persona al momento opportuno.












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