I miei romanzi

La città del destino




Ho pubblicato questo romanzo a gennaio 2009 presso la Casa editrice Kimerik, primo di una tetralogia imperniata sul personaggio femminile di Ablasor, sui suoi amori, sulle sue vicende scacchistiche e su quelle... ultraterrene. Sì, perché alla fine del secondo romanzo i protagonisti muoiono e si trovano a condurre una seconda esistenza, secondo le leggi cosmiche di un regno universale guidato da esseri "alieni". Eccone la trama, così come è presentata sulla quarta pagina di copertina.
"Un maestro di scacchi ormai affermato e una giovane ma valente dilettante dai capelli rossi, che sbarca il lunario sfidando i passanti per pochi spiccioli: sono questi i protagonisti di una vicenda che comincia in una fredda e uggiosa cittadina del nord Europa. I due fanno amicizia e, malgrado il carattere un po' scontroso della ragazza, in breve tempo diventano inseparabili.
Mentre oscure ed enigmatiche presenze si stagliano minacciosamente sullo sfondo, essi partecipano ad alcuni tornei di scacchi, facendo scempio degli avversari e meritandosi l'incarico di una delicata missione da parte della federazione scacchistica. Il viaggio è lungo, la meta è misteriosa, ma ancora più sconcertante è la sorpresa che troveranno nella rarefatta atmosfera della Destiny City. Armati solo della passione che li unisce e dell'amore per la verità e la giustizia, dovranno affrontare una prova tremenda, da cui la ragazza uscirà distrutta nel fisico e nel morale. Ma resta accesa una fiammella di speranza..."
Sono molto affezionato a questo romanzo, sia perché è stato il primo e, come si dice, il primo amore non si scorda mai, sia perché è ad esso che vanno ricondotti i caratteri di tutti i personaggi principali, che animeranno l'intera tetralogia. Può darsi che qualcuno degli altri tre possa presentare maggiori pregi, o da un punto di vista concettuale o sotto un aspetto più puramente formale, ma l'intero ciclo trova la sua ragion d'essere solo in questo primo episodio e, in definitiva, sono contento di come ho tratteggiato i protagonisti e i comprimari. In ogni caso non si può negare che, al di là delle vicende contingenti molto scorrevoli, si tratti di un'opera alquanto complessa. Nella prefazione affermavo che secondo me la fantascienza era una metafora della vita: se teniamo presente che l'ossatura della narrazione è costituita dall'attività scacchistica dei protagonisti e che gli scacchi - non l'ho inventato io - hanno da sempre assunto un aspetto metaforico nei diversi tempi e presso le diverse culture, è facile capire che un romanzo basato su una doppia metafora possa apparire più semplice di quanto in realtà sia e che, forse, sotto sotto ci sia qualche cosa di non immediatamente perspicuo che - spero - valga la pena di ricercare.
Chi volesse approfondire le tematiche sottese a questo romanzo, rintracciabile su tutte le principali librerie online, può leggere una mia intervista al seguente indirizzo:
www.parlamidite.com
(28/4/2020)





La terra dell'ultima nebbia


I primi cinque capitoli di questo romanzo sono la cronaca, riveduta e ampliata, di un viaggio compiuto 1600 anni fa. I due protagonisti, un nobile romano di origine gallica e una giovane principessa di un misterioso e lontano regno settentrionale, che egli ha salvato da un'aggressione notturna, s'imbarcano al Porto di Augusto, l'odierna Fiumicino, diretti a Narbona, sulla costa della Gallia. Viaggiano per mare a poca distanza dal litorale, sia per evitare le insidie delle tempeste - ci troviamo alla fine dell'autunno -, sia perché le strade sono in gran parte impraticabili e battute da bande di briganti e disertori, in conseguenza della recente invasione dei Visigoti di Alarico, che alcuni anni prima, nel 410 d. C., avevano messo a sacco Roma. La navigazione anche se di piccolo cabotaggio, non è priva di rischi per loro, specialmente quando essi sono costretti a trascorrere la notte in un accampamento improvvisato sulla terraferma, esposti prima a un agguato, poi all'attacco improvviso degli inseguitori, da una parte gli sgherri del vescovo Terpanzio, che avevano assalito la giovane, considerandola una strega, dall'altra le stesse truppe imperiali da lui sollecitate.

A Narbona i due si separano e, nonostante sia già sbocciato tra loro un profondo sentimento, ciascuno prosegue per la propria meta: lui si reca a Tolosa, per verificare gli eventuali danni subìti dai suoi possedimenti dopo il passaggio delle orde barbariche; lei, che è anche una sacerdotessa, si reca in Armorica, nel nord della Gallia, per completare la sua istruzione religiosa presso i Druidi.

Quando si ritrovano, la ragazza salva il compagno, braccato come un traditore dalle truppe imperiali e affetto da una pericolosa infezione, grazie ai suoi poteri di maga e guaritrice, poi lo conduce con sé verso il suo regno. Ma prima ella ha l'obbligo di recarsi in una fosca isola, avvolta dalle nebbie, al di là degli estremi confini del mondo, dove l'aspetta l'ultima e più difficile prova d'iniziazione. Ed è proprio lì che si compie il loro destino.

Le ultime pagine del romanzo colgono di sorpresa il lettore, perché enigmaticamente presentano una duplice chiave di lettura.
(5/5/2020) 








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