domenica 20 dicembre 2020

Il Natale si avvicina...

Tra pochi giorni sarà Natale, ma quest'anno - purtroppo - non si riesce a percepire quell'atmosfera particolare, che ha sempre caratterizzato la magia del Natale. Per questo mi è motivo di conforto ripensare al beato tempo della mia infanzia, quando, ancora bambino ingenuo, mi stupivo e mi emozionavo per il clima festoso e misterioso, che avvolgeva i giorni di questo periodo incantato. Che suggestione provocava in me il suono delle zampogne! Una delle poesie, che io sento più evocativa, più natalizia in tutti i sensi, è quella di Giovanni Pascoli, intitolata Le ciaramelle (= Le zampogne), che nel corso degli anni più volte mi è stata fatta leggere e imparare a memoria a scuola, ma mi è rimasta scolpita nel cuore. Eccola:

Udii tra il sonno le ciaramelle,
ho udito un suono di ninne nanne.
Ci sono in cielo tutte le stelle,
ci sono i lumi nelle capanne.
Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata ne' suoi tuguri
tutta la buona povera gente.
Ognuno è sorto dal suo giaciglio;
accende il lume sotto la trave;
sanno quei lumi d'ombra e sbadiglio,
di cauti passi, di voce grave.
Le pie lucerne brillano intorno,
là nella casa, qua su la siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
un piccoletto grande presepe.
Nel cielo azzurro tutte le stelle
paion restare come in attesa;
ed ecco alzare le ciaramelle
il loro dolce suono di chiesa;
suono di chiesa, suono di chiostro,
suono di casa, suono di culla,
suono di mamma, suono del nostro
dolce e passato pianger di nulla.
O ciaramelle degli anni primi,
d'avanti il giorno, d'avanti il vero,
or che le stelle son là sublimi,
consce del nostro breve mistero;
che non ancora si pensa al pane,
che non ancora s'accende il fuoco;
prima del grido delle campane
fateci dunque piangere un poco.
Non più di nulla, sì di qualcosa,
di tante cose! Ma il cuor lo vuole,
quel pianto grande che poi riposa,
quel gran dolore che poi non duole;
sopra le nuove pene sue vere
vuol quei singulti senza ragione:
sul suo martòro, sul suo piacere,
vuol quelle antiche lagrime buone!

  

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