mercoledì 5 agosto 2020

Né con te né senza di te...


Questa mattina stavo leggendo un articolo di Stefano Greco, ottimo giornalista e grande tifoso della Lazio (il suo sito si intitola "1900", che, per chi non lo sapesse è l'anno di nascita della Società Sportiva Lazio. Per la precisione: 9 gennaio 1900).
L'articolo in questione commemorava la morte prematura (47 anni!) di Giuliano Fiorini, avvenuta il 5 agosto di quindici anni fa per un male incurabile. Fiorini fu uno dell'epica e gloriosa squadra del -9. Nel campionato 1986-87 la Lazio si trovava in serie B, ma per lo scandalo del calcio-scommesse, in cui erano stati implicati molti suoi giocatori, essa evitò la retrocessione diretta in serie C, ma fu penalizzata di ben nove punti. In quei tempi la vittoria non valeva tre punti come adesso, ma solo due, per cui, per recuperare nove punti in meno, bisognava impiegare cinque partite vincendo sempre. C'era il rischio che dopo tanta fatica, gli sforzi fossero inutili e la squadra fosse comunque costretta a retrocedere in serie C, perdendo un altro anno.
Il suo allenatore era il viareggino Eugenio Fascetti, uomo fumantino ma dalle idee strategiche originalissime (era suo il sistema del cosiddetto "casino organizzato", cioè una squadra senza ruoli fissi, in cui tutti erano in grado di giocare in ogni parte del campo). Si arrivò alla partita decisiva Lazio - Vicenza: chi avesse perso, sarebbe retrocesso in serie C, mentre la vincitrice avrebbe avuto la possibilità di giocare gli spareggi con le squadre di Taranto e Campobasso. La Lazio attaccò a vuoto per 83 minuti, finché Giuliano Fiorini segnò il gol della liberazione, un gol diventato emblematico ed esemplare non solo nella storia della Lazio ma di tutto il calcio italiano. Poi la squadra uscì indenne dagli spareggi e l'anno dopo fu promossa nuovamente in serie A.
Che cosa c'entra tutto ciò con il titolo di questo mio post, che suggerisce qualche cosa di sentimentale?
Stefano Greco racconta che il giorno dopo (6 agosto), invece di raggiungere la famiglia in villeggiatura a Santa Severa, andò a Bologna, per assistere al funerale di Fiorini. Ci andò in macchina e durante il viaggio ascoltava la canzone degli U2 With or without you (= con o senza di te). Ecco lo spunto per questo mio articolo.
Mi è venuto nuovamente da pensare quanto siamo debitori ai cari antichi Latini, tanto da scopiazzarli senza pudore. Questa canzone degli U2, come pure il titolo di una miniserie in due puntate, trasmessa dalla Rai nel 2012 ("Né con te né senza di te" interpretata da Sabrina Ferilli), non fanno che imitare (plagiare?) un verso dell'opera Amores di Ovidio (III, 11B, 7), di cui, per capirne meglio il significato, citerò anche i sei versi precedenti:

Da una parte l'odio dall'altra l'amore sono in lotta tra loro e spingono il mio debole cuore ora in un senso ora nell'altro, ma - penso - vince l'amore. Ti odierò, se potrò, altrimenti ti amerò anche contro la mia volontà. Neppure il toro ama il giogo, tuttavia se lo porta appresso, pur odiandolo. Cerco di evitare la tua perfidia, ma la tua bellezza mi fa tornare indietro, mentre ti fuggo; odio i tuoi costumi corrotti, però amo il tuo corpo. Così non posso vivere né senza di te né con te. 

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