martedì 21 luglio 2020

Busillis

Questa parola para-latina non ha un significato in sé e per sé, dato che è il frutto di un fraintendimento e di una conseguente storpiatura. Alla base c'è una storiella molto istruttiva.
Immaginate un amanuense alquanto ignorantello, che nei secoli dell'alto medioevo ha il compito di copiare a mano (non era stata ancora inventata la stampa) i testi classici della letteratura latina pagana o cristiana. Un giorno è alle prese con il testo latino dei Vangeli, la cosiddetta Vulgata, opera del coltissimo S. Girolamo. Premetto che nei codici manoscritti la scrittura era continua e non si usava ancora lo stacco tra una parola e l'altra. Mentre sta copiando, gli capita l'espressione Indiebusillis. Essa andrebbe frazionata correttamente in tre parole: in diebus illis, che nel latino tardo (quello post classico) significano: "in quei giorni" (nel latino classico si direbbe semplicemente diebus illis, senza la preposizione in). Essendo un po' ignorante, egli procede a separare in da die (che significano: "nel giorno"), ma gli resta una parola incomprensibile: busillis, che lo tormentò per il resto della sua vita.
Attualmente la parola busillis sta a indicare un problema insolubile, un vero e proprio rebus, parola latina di cui mi occuperò prossimamente.   

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