giovedì 28 gennaio 2021

Tanti auguri...

... e tante congratulazioni al carissimo figlio Marco, che ha appena conseguito la Laurea magistrale in Matematica con il voto di 110 e lode, discutendo una tesi di scienze computazionali. Ad maiora!

martedì 26 gennaio 2021

Nulla dies sine linea

Nessun giorno senza una linea: questo  è il significato della frase riportata nel titolo. L'ha scritta Plinio il Vecchio (così denominato per distinguerlo dal nipote e figlio adottivo Plinio il Giovane) nel suo trattato Naturalis historia, riferendosi al pittore greco Apelle, che non lasciava passare alcun giorno senza aggiungere un tratto di pennello, anche un semplice ritocco, alle sue pitture. La frase è diventata giustamente famosa e proverbiale. Sta ad indicare che per eccellere in qualunque attività è necessario l'esercizio continuo, scaglionato nel tempo, evitando la tentazione illusoria di concentrare i propri sforzi solo nella fase finale del lavoro, come se la fatica concentrata all'ultimo momento, per forza di cose frettolosa e approssimativa oltre che poco lucida, perché minata dalla penosa consapevolezza del tempo che fugge via, possa essere più risolutiva in quanto svolta nell'immediata prossimità del punto cruciale.
Consentitemi (si fa per dire) di aggiungere qualche parola su questo singolare personaggio. Appassionato di storia naturale, come testimonia il titolo, appena citato, della sua opera, Plinio si dedicò alla carriera militare fino a diventare ammiraglio della flotta imperiale del Tirreno, che aveva la base a capo Miseno. Nel 79 d. C., quando si verificò la terribile eruzione del Vesuvio, si diresse verso Stabia con le sue navi da guerra con l'intenzione di imbarcare più persone possibili, per metterle in salvo, ma anche per studiare da vicino quello strano fenomeno naturale. Purtroppo il mare agitato impedì alle triremi di avvicinarsi alla riva e pertanto egli si fece portare a terra su una scialuppa. Andò a trovare i suoi amici e cercò di tranquillizzarli, poi andarono tutti verso la spiaggia, per sfuggire alla pioggia di pomici e di lapilli. La mattina dopo fu trovato morto, asfissiato dai gas emessi dal vulcano.   

sabato 23 gennaio 2021

Onore al merito!

 Una famosa raccolta di poesie di Cesare Pavese s'intitola Lavorare stanca: ne prendo lo spunto per aggiungere che anche studiare stanca, sebbene molti, abituati alla sola fatica fisica, non riescano a concepire la fatica mentale, ritenendo che la stessa posizione seduta di uno studioso escluda che egli si possa stancare seriamente. Si tratta del classico pregiudizio di chi privilegia il lavoro manuale rispetto a quello intellettuale, valutando il primo più rispettabile e degno di stima del secondo. E' lo stesso motivo per cui gli studenti lavativi e fannulloni deridono gli studenti diligenti, che si impegnano a studiare, definendoli sgobboni e secchioni. Negli anni '68 e immediatamente successivi non venivano forse demonizzati il nozionismo e la meritocrazia (ossia lo studio), esigendo il 6 politico a scuola e il 18 politico all'università, come se fosse un sacrosanto diritto non voler studiare, ma essere comunque promossi?
Anche in questo campo i latini possono chiarirci le idee. Il poeta Orazio nell'Epistola ai Pisoni, chiamata anche Arte Poetica, spiegando che la poesia risulta dall'unione bilanciata dell'ingenium (= l'ispirazione e le doti innate) con l'ars (= la tecnica, che si può apprendere con lo studio), nei versi 412 - 413 mette sullo stesso piano i lunghi anni di allenamento di un atleta e il faticoso studio della tecnica poetica, per dimostrare che non ci si può improvvisare né atleti né poeti:

Qui studet optatam cursu contingere metam,
multa tulit fecitque puer, sudavit et alsit,
(chi desidera raggiungere l'ambita meta nella corsa,
da ragazzo fece e sopportò molte cose, sudò e patì il freddo).



     

martedì 19 gennaio 2021

Un bel tacer non fu mai scritto

Chiudiamo il discorso una volta per tutte con una frase nell'antica lingua latina:

et nolunt cladem aequo animo accipere (1) 

che in latino moderno si può rendere con:

e nun ce vonno sta'

(1) la frase latina significa: e non vogliono accettare serenamente la sconfitta (chi ha orecchie per intendere, intenda).

sabato 16 gennaio 2021

Il Santo del giorno

Oggi ricorre la festa di San Marcello I papa, successore, dopo un lungo periodo di sede vacante, del papa Marcellino.
Il giorno del calendario, contrassegnato dai diversi Santi, è quello della loro morte che per la Chiesa Cattolica costituisce il loro dies natalis, cioè il giorno della vera nascita, perché da quel momento cominciava la loro vita soprannaturale. Infatti papa Marcello I morì il 16 gennaio del 309, molto probabilmente in esilio.
Tanti auguri a tutti quelli che si chiamano Marcello!  

venerdì 15 gennaio 2021

Un derby immaginario

Non ricordo se io stessi in prima o in seconda media. La professoressa di italiano, latino, storia e geografia - si chiamava Piccinini - in un compito in classe di italiano ci diede come traccia per un tema - non rammento il titolo esatto - di raccontare uno spettacolo a cui avevamo assistito. Io, non sapendo di che cosa parlare, dato che le condizioni economiche della mia famiglia non erano tanto agiate da permetterci di frequentare cinema e teatri né tanto né poco, e di recente avevamo acquistato un televisore (con un solo canale e in bianco e nero), mi inventai di aver assistito a una partita di calcio tra la Roma e la Lazio trasmessa in diretta alla televisione. Ovviamente a quei tempi una cosa del genere non avveniva mai e tutt'al più potevo vedere qualche rapido episodio di una partita nei servizi sportivi del telegiornale e leggere i resoconti, corredati di qualche foto, su un quotidiano, che circolava in casa mia quasi ogni giorno. Ma, poiché fin da piccolo l'immaginazione non mi mancava, ricreai con la mia fantasia una partita di calcio, che non è stata mai giocata. Descrissi lo stadio, il pubblico sulle gradinate, le mie emozioni all'ingresso in campo delle due squadre, l'erba verde del campo, le magliette colorate dei giocatori (ancora erano quelle storiche: rossa con i bordi gialli quella della Roma, celeste con i bordi bianchi quella della Lazio). E la partita ebbe inizio. Premetto - ma lo si sarà già capito da alcuni post passati - che io sono sempre stato tifoso della Lazio, a cominciare proprio da quell'anno. Di solito si diventa tifosi di una determinata squadra, per seguire l'esempio di un padre o di un fratello maggiore. Non era davvero il mio caso: mio padre non aveva mai dato un calcio al pallone e ignorava del tutto non solo quello sport, ma pure tutti gli altri; mio fratello, che ha due anni più di me, era già diventato tifoso della Roma. Io scelsi come squadra del cuore la Lazio, per due motivi: in primo luogo perché il mio colore preferito è sempre stato l'azzurro in tutte le sue tonalità, dal celeste chiaro al blu scuro; in secondo luogo perché la rivalità fisiologica, che animava me, fratello minore, nei confronti del fratello maggiore, mi impediva di appiattirmi su una scelta fatta da lui.
Per mia sfortuna, sono sempre stato considerato un bambino, e poi un ragazzo, più maturo della mia età. Ho detto: per mia sfortuna, perché la mia innata capacità di immedesimarmi negli altri, di comprenderne i problemi, di saper ascoltare mi ha sempre attirato le confidenze delle "anime in pena", che mi cercavano per riversarmi addosso il loro carico di affanni, reali o immaginari. Ho fatto questa divagazione, per spiegare il motivo per cui non ho voluto far vincere la Lazio in quella partita, che potevo inventare a mio piacimento: mi sarebbe sembrato troppo puerile e poco cavalleresco, approfittarmi della "povera" Roma, lasciata alla mia mercé, e farla perdere (anche se con mia grande soddisfazione...). E così fissai il risultato sul 2-1 a favore dei "cugini" giallorossi. Mi ricordo che nell'epilogo del tema, usai delle parole toccanti per consolarmi di quella sofferenza (= far perdere la mia squadra del cuore e proprio in un derby!), concludendo che una sconfitta non è mai definitiva e non può impedire la possibilità di risorgere e di riscattarsi. 
Quel tema piacque molto alla mia professoressa, che mi mise 8 e me lo consegnò, perché potessi farlo leggere anche ai miei genitori. Poi dovetti riportarglielo... Mi sarebbe piaciuto averlo potuto conservare e, magari, rileggermelo proprio stasera.      

sabato 9 gennaio 2021

Tanti auguri...

... alla Società Sportiva Lazio, nata il 9 gennaio del 1900, la prima squadra della Capitale, sia per data di nascita che per numero di titoli conseguiti



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