domenica 5 maggio 2024

Come te non c'è nessuno...

 Ripropongo un articolo da me pubblicato tre anni fa, perché è sempre più attuale.

Negli anni della mia adolescenza era in gran voga la cantante Rita Pavone, anche lei giovanissima (aveva due anni più di me). Una delle sue canzoni più famose s'intitolava Come te non c'è nessuno, molto delicata e orecchiabile. Allora mi piaceva sullo stesso piano di quasi tutte le canzoni di quella ragazza e spesso mi andava di canticchiarla, ma adesso, che sono passati parecchi anni, ogni tanto mi capita di ripensarci e, partendo da lì, cominciare un percorso di lunghe riflessioni. No, non alludo alla nostalgia per qualche storia d'amore felice o infelice, ma per associazione di idee, le note di quella canzonetta mi fanno tornare in mente una storia – non so se vera o inventata – che lessi in Internet qualche anno fa. Eccola, ricostruita a memoria e un po' abbellita:

Ogni volta che un professore entrava in classe, si rivolgeva ai ragazzi e in tono serio diceva: “Cari ragazzi, oggi fate bene attenzione a ciò che vi spiegherò, perché questa è una giornata speciale, che non tornerà mai più.” Gli studenti restavano incuriositi dalle sue parole e lo ascoltavano religiosamente, aspettandosi chissà quale rivelazione straordinaria. Ma, al di là dei diversi argomenti affrontati giorno per giorno, nessuno degli alunni riusciva mai a trovare qualche cosa di tanto eccezionale nelle lezioni del professore. Dopo una settimana di inutile attesa una ragazza prese un po' di coraggio e gli disse: “Scusi, professore. Lei ogni giorno inizia la lezione, invitandoci a fare bene attenzione, perché una giornata come quella non tornerà mai più, quasi che lei stesse per svelarci qualche mistero dell'universo e invece... ogni lezione – sì, è interessante – ma non ci rivela nulla di straordinario. Insomma, non comprendiamo perché ogni mattina lei cominci sempre con quelle parole.”

Il professore non si scompose e le chiese:

Puoi dirmi la data precisa di oggi?”

Certo, professore: oggi è lunedì 23 aprile 2018.”

Bene. Nel seguito della nostra vita noi ci troveremo a vivere ancora tantissimi lunedì – voi, senz'altro, molti più di me –, tanti lunedì 23, alcuni lunedì 23 aprile, ma nessun altro lunedì 23 aprile 2018: mai, assolutamente mai più. Questo giorno in questo mondo, che conosciamo, è unico e irripetibile e proprio per questo lo definisco, come tutti gli altri giorni, un giorno straordinario ed eccezionale. Sfruttiamo al meglio ogni giorno, per conoscere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda in modo da migliorarci, perché ogni giorno è speciale.”

Quando lessi questa storia – chiamatela pure storiella, se preferite – ne rimasi colpito, perché mi resi conto che questa moderna rivisitazione del carpe diem (= cogli l'attimo) oraziano o del protinus vive (= vivi subito) di Seneca, andava molto al di là delle pur profonde motivazioni – ovviamente ben distinte – che stanno alla base degli inviti pronunciati dal poeta e dal filosofo latini. Infatti, mi convinsi che le parole del professore potevano estendersi senza sforzo dalla realtà temporale a quella umana: ciascuno di noi – ogni persona indistintamente – è unico e irripetibile, è semplicemente se stesso e ogni se stesso è del tutto diverso da qualunque altro se stesso. Si racconta la favoletta che ciascuno di noi nel mondo abbia almeno un sosia e può anche essere. Ma un mio presunto sosia potrà avere i miei stessi lineamenti, la mia stessa struttura fisica, lo stesso colore degli occhi e dei capelli, anche a un di presso lo stesso mio modo di pensare, potrà essere nato lo stesso minuto della stessa ora dello stesso giorno dello stesso anno nella stessa città, nella stessa via, nello stesso edificio ma non dalla stessa madre: questo è sufficiente a rendermi diverso da lui, a rendermi unico e irripetibile. I poteri oscuri, che ci governano, quello economico-finanziario, quello politico, quello religioso, quello militare, quello (pseudo)scientifico-sanitario, tutte le lobby energetiche, ecologiche, erotiche di vario orientamento, etc. vorrebbero omologarci, trasformarci in tante identiche scatolette di carne con la stessa etichetta, bene allineate su uno scaffale, vorrebbero mortificare e conculcare la nostra dignità di esseri liberi, la nostra identità unica e irripetibile, per ridurci all'obbrobrioso livello di esseri smidollati, liquidi, indefiniti e indefinibili, avulsi dalle proprie radici, pronti a ripetere meccanicamente e ossessivamente le indegne favolette partorite dalle menti perverse, che ci vogliono imporre l'infamia del PENSIERO UNICO. Un tempo si diceva, con l'aria pensierosa di chi afferma una grande, pur se ovvia, verità: il mondo è bello perché è vario. I poteri oscuri vorrebbero cancellare la varietà della vita, per costruire un grigio e monotono mondo di soldatini, in cui tutti vengano mossi da esigenze indotte in loro artificialmente, per soddisfare, insieme ai loro più bassi istinti, i propri loschi interessi.

La simpatica Rita Pavone cantava Come te non c'è nessuno: ricordatene, o mio lettore, chiunque tu sia, difendi la tua dignità e resta te stesso. 

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