giovedì 9 luglio 2020

Salve! Un saluto equivoco

Alla ricerca di un modo di esprimersi sempre più diretto, essenziale e onnicomprensivo, molti hanno preso l'abitudine di ricorrere a una formula di saluto, che sembra conciliare opposte esigenze: salve!
A che cosa alludo, parlando di opposte esigenze? A volte - spesso i giovani, ma non solo - non sanno se salutare in modo più o meno confidenziale, se dare del "tu" o usare il più distaccato "lei", se impegnarsi nella variegata casistica oraria del buongiorno / buon pomeriggio / buonasera, e, quindi, ricorrono a questa paroletta, di cui spesso ignorano l'origine e il significato preciso, ma che sembra concentrare in sé tutto e il contrario di tutto. Rivolgendosi a qualcuno con uno squillante salve!, si illudono di usare un tono confidenziale e nel contempo rispettoso (= ti strizzo l'occhio, però mantengo le distanze...), salvando - come si dice - capra e cavoli.
Ma è davvero così? Ovviamente no!
Quanti sono coloro che sanno o che, pur sapendolo, si ricordano che il salve è una parola latina, cioè la seconda persona singolare (tu!!!) dell'imperativo presente del verbo salvère, che vuol dire essere in buona salute, stare bene? E quindi, quel "tu" che si vuole evitare, e che viene fatto uscire dalla porta, rientra però dalla finestra e il presunto distacco, che viene sparato in faccia al malcapitato di turno, perde ogni colorito formale e convenzionale, per diventare un super confidenziale: stammi bene (con annessa e ideale pacca sulla spalla).
Come già mi è capitato di dire, pur tenendo presenti questi limiti e queste riserve, ciascuno è libero di salutare come meglio crede, purché nel saluto sia spontaneo e se stesso. Finisco con un celebre esempio caricaturale, il carme 43 di Catullo, in cui i difetti di una giovane sono evidenziati tramite litoti (la litote è una figura retorica basata sulla negazione di una qualità positiva, per indicare il difetto opposto):

Salve, ragazza dal naso non piccolissimo,
dal piede non aggraziato, dagli occhi non neri,
dalle dita non affusolate, dalla bocca non asciutta...

  

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