venerdì 11 settembre 2020

Deorum Manium iura sancta sunto (SONDAGGIO)

I diritti degli dei Mani saranno sacri: è la traduzione della frase latina, riportata da Cicerone nel suo trattato De legibus (II, 9, 22), che si ritiene desunta dalle Leggi delle XII tavole. Come sappiamo, questo corpus di leggi fu redatto tra il 45o e i 451 a. C. da parte dei cosiddetti decemviri legibus scribundis (= i decemviri incaricati di scrivere le leggi), tra cui c'era anche il console Appio Claudio Crasso che macchiò la sua onorabilità, incapricciandosi della bella Virginia o Verginia (già promessa sposa), fino al punto di volerla possedere a tutti i costi e costringendo suo padre a ucciderla, non sapendo in che altro modo difendere la sua purezza.
Ma chi o che cosa erano gli dei Mani?
Ci sono diverse interpretazioni: le anime dei morti, l'ombra/le ombre, gli dei inferi, le punizioni dell'al di là, il destino personale ultraterreno ed altre più o meno dello stesso tipo.
Nel VI libro dell'Eneide, quello della discesa di Enea agli Inferi, Anchise, mentre sta illustrando al figlio Enea la condizione delle anime dei morti e i diversi modi in cui esse sono costrette a purificarsi dai peccati terreni, pronuncia questa frase enigmatica (v. 743), che ha costituito e costituisce un tormento e una sfida per tutti i latinisti, che si cimentano nel commento di questo passo:

quisque suos patimur manes

che letteralmente significa: soffriamo ciascuno i propri mani; ovvero: ciascuno soffre i suoi mani. Sì: ma in che senso? E in questo caso specifico chi o che cosa corrisponderebbe ai "mani"?

PROPONGO UN SONDAGGIO

Vi presenterò un ventaglio di interpretazioni, di cui vi invito a scegliere le due che ritenete più convincenti e/o più suggestive, messe in ordine di gradimento. Sarebbe assai gradito che i partecipanti motivassero le loro scelte.

1. Ciascuno soffre la propria ombra (anche in senso psicologico)
2. Ciascuno soffre le proprie punizioni
3. Ciascuno sconta le proprie colpe
4. Ciascuno sconta il proprio destino
5. Ciascuno patisce l'influenza [positiva o negativa] dei propri antenati (quello che noi chiameremmo il DNA)

A voi la scelta e... buon divertimento 



 


 

6 commenti:

  1. Preferisco la numero 1: ciascuno soffre la propria ombra. Ombra intesa come tutto l'insieme di istinti repressi ed è insita in ognuno di noi.
    Conoscere e affrontare la propria ombra è necessario per raggiungere il proprio benessere e la propria libertà, più la reprimiamo e più diventerà grande e sarà più facile per lei distruggerci. È sicuramente consigliabile "farci amicizia" e considerarla parte di noi senza rinnegarla.
    Claudia

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  2. Secondo me “Ciascuno sconta le proprie colpe” è l’interpretazione più convincente perché le anime si trovano ad espiare le azioni compiute nella vita terrena, che sono la causa della loro permanenza negli Inferi.

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  3. Le due risposte da me scelte sono la 1 e la 4.
    La 1 perché, a mio parere, le nostre ombre (ovvero le nostre interiorità più recondite) alle volte emergono facendo uscire dei lati inaspettati di noi stessi di cui purtroppo ci si deve far carico e che bisogna scrutare e riconoscere dentro di noi attraverso un lavoro di autocoscienza per poter essere veramente completi interiormente.
    La 4 perché, secondo me, ognuno deve subire il susseguirsi di eventi che caratterizza l'esistenza umana, dunque il nostro destino, che spesso ha in serbo per noi delle vicissitudini inaspettate o delle sorprese insperate, tutto sta nell'affrontarlo con positività come ci espone Seneca in una delle epistole indirizzate all'amico Lucilio, spiegando che "ducunt volentem fata, nolentem trahunt".

    Diego

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    Risposte
    1. Le tue risposte ai miei sondaggi sono sempre molto profonde e si leggono con vero piacere. Grazie di darmi soddisfazione.

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