Nelle letterature latina e greca scorre una sotterranea vena di misoginia, che ora acquista toni aspri e risentiti, ora più sfumati e umoristici. Questo è il caso di una favoletta di Fedro, che assume l'aspetto di un vero e proprio sorridente apologo. Generalmente si crede che le fabulae di questo autore latino - senz'altro di secondo piano - siano ambientate esclusivamente nel mondo degli animali, ma ce n'è anche un discreto numero, in cui vengono presentati personaggi umani, come quella che vi espongo (II, 2):
Sono proprio gli esempi ad insegnarci che gli uomini in un modo o nell'altro sono spogliati dalle donne, le amino o ne siano amati.
Una
donna dotata di un certo garbo, teneva stretto a sé un uomo di mezza
età, nascondendo i suoi anni con la raffinata eleganza, e una bella
giovane aveva conquistato l'animo del medesimo. Entrambe, mentre
vogliono apparire sue coetanee, cominciano a strappare a turno i
capelli all'uomo. E lui, che pensava che le due donne volessero
acconciarlo con cura, all'improvviso diventò calvo; infatti la
ragazza aveva strappato completamente i capelli bianchi, la donna anziana quelli neri.
Chi ne ha voglia, si sbizzarrisca a commentarla.
La scena è molto grottesca; rappresenta benissimo l'egoismo, il narcisismo e la superficialità umana.
RispondiEliminaClaudia
La tua è un'interpretazione particolare, ma comunque originale e da non trascurare.
EliminaCiao.