"Il tempo fugge e non si può recuperare": così dice Virgilio nel III libro delle Georgiche (v. 284).
La
riflessione sul tempo è un aspetto caratteristico del pensiero
latino. Sia nel campo poetico – Orazio – sia in quello filosofico
– Seneca – sono state dette parole molto suggestive e profonde
sulla necessità di valorizzare il presente e di esorcizzare il
futuro. Il
carpe diem (= cogli l'attimo)
dell'Ode I, 11 di Orazio, benché
volgarmente frainteso nel corso dei secoli, è il pressante e
malinconico invito a realizzarsi completamente nel presente, vivendo
in modo lucido e consapevole attimo per attimo. Esso va abbinato,
però, al saggio consiglio dell'Ode I, 9: quid sit futurum
cras, fuge quaerere (= evita di
chiederti che cosa accadrà domani), per non compromettere il momento
presente, cadendo in preda all'ansia per il futuro ignoto.
Il
filosofo Seneca ha dedicato al tempo l'intero dialogo De
brevitate vitae (= La brevità
della vita), con l'intenzione di dimostrare che, al contrario di ciò
che si pensa, la vita non è breve, ma siamo noi a renderla tale,
sprecando o utilizzando male il tempo che ci ha assegnato la natura.
Per questo egli rivolge agli uomini il suggerimento in forma di
comando: protinus vive! (=
vivi subito!). Ossia, l'uomo affaccendato deve liberarsi dagli
impegni futili e, spesso, dannosi, per dedicarsi da subito al proprio
perfezionamento morale, senza rinviarlo in continuazione a un
imprecisato futuro, che potrebbe anche non esserci.
Ritengo
che Orazio e Seneca non avrebbero potuto non condividere le seguenti
parole:
Non
preoccupatevi per il domani; il domani, infatti, porterà i suoi
affanni. A ogni giorno basta il suo carico di mali.
Il
brano è tratto dal Vangelo di S. Matteo (VI, 34), un'ulteriore
dimostrazione di quanto ho sottolineato nei due articoli precedenti
riguardo alla convergenza, pur con sfumature diverse, della cultura
latina pagana e quella cristiana su certi temi. Ed è ad entrambe
che bisogna rivolgere lo sguardo nei caotici tempi attuali, per
contrastare e neutralizzare l'imbarbarimento luciferino ormai
dilagante nella politica, nella pseudoscienza, nella morale.
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