… di mio padre, che, se fosse ancora vivo, compirebbe 106 anni, essendo nato il 25 settembre del 1915 e morto il 9 novembre 1981 all'età di 66 anni. Non è vissuto molto, e me ne rendo conto ripensando al fatto che nei suoi ultimi anni di vita tra me e lui si era stabilito un profondo e sincero affiatamento, che mi sarebbe tanto piaciuto che fosse durato più a lungo. La cosa comica – anche nelle riflessioni più tristi si può cogliere un lato, se non proprio comico, almeno umoristico – è che oggi io ho più anni di quanti ne aveva lui quando è venuto meno: se dovessi incontrarlo di nuovo nella sua età di allora – d'altronde è così che lo ricordo e posso immaginarlo – in teoria io dovrei essere più saggio di lui, perché avrei avuto più tempo per fare esperienze e per aumentare le mie conoscenze. Ma in realtà avrei tanta voglia (e forse necessità) di confidarmi con lui e di chiedergli consiglio.
Atque in perpetuum, pater, ave atque vale
❤️
RispondiEliminaSono sempre molto restio nell'esternare i miei sentimenti. Per un figlio, la morte di un genitore avviene sempre troppo presto. Ma "sic volvere Parcas".
RispondiEliminaUn pensiero a nostro padre (ma comunque lui è sempre presente in me).
Un abbraccio.
Massimo
Ricambio di cuore.
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