I seguenti sono i versi 124 – 140 tratti dalla Satira II di Giovenale:
Segmenta
et longos habitus et flammea sumit
arcano
qui sacra ferens nutantia loro
sudauit
clipeis ancilibus. O pater urbis,
unde
nefas tantum Latiis pastoribus? Unde
haec
tetigit, Gradiue, tuos urtica nepotes?
Traditur
ecce uiro clarus genere atque opibus uir,
nec
galeam quassas nec terram cuspide pulsas
nec
quereris patri. Vade ergo et cede seueri
iugeribus
campi, quem neglegis. 'Officium cras
primo
sole mihi peragendum in ualle Quirini.'
Quae
causa officii? 'Quid quaeris? Nubit amicus
nec
multos adhibet.' Liceat modo uiuere, fient,
fient
ista palam, cupient et in acta referri.
Interea
tormentum ingens nubentibus haeret
quod
nequeant parere et partu retinere maritos.
Sed
melius, quod nil animis in corpora iuris
natura indulget: steriles
moriuntur...
Indossa nastri e abiti lunghi e il velo da sposa uno che sudò sotto gli scudi ancili, portando quelle sacre reliquie, che oscillavano dall'arcana striscia di cuoio. O padre della città, da dove è giunta una così grande nefandezza ai pastori del Lazio? Da dove, o Gradivo, una tale smania erotica è arrivata a turbare i tuoi discendenti? Ecco, un uomo illustre per il suo casato e le ricchezze si dà in moglie a un uomo, e tu non scuoti l'elmo né batti la terra con l'asta né ti lamenti con tuo padre. Allora vattene e ritirati dall'area del faticoso Campo Marzio, che tu stai trascurando.
“Domani in prima mattinata ho un impegno da assolvere proprio sotto il Quirinale.”
<Di che impegno si tratta?>
“Come, non lo sai? Un mio amico si marita: ci ha invitati in pochi.”
È solo questione di tempo. Poi queste cose si faranno alla luce del sole, anzi pretenderanno pure che siano registrate ufficialmente per iscritto. Ma intanto queste sposine sono tormentate da una grave sofferenza, poiché non possono partorire e trattenere i mariti con i figlioli. Però è meglio così, dal momento che la natura non concede agli animi nessun diritto sui corpi: muoiono sterili...
Mi astengo da ogni commento, perché ciascuno è libero di interpretare questi famosi versi come meglio crede. Comunque, suggerisco ai più curiosi la lettura del mio libro Ma li difende il numero (Youcanprint 2015), tutto centrato sullo studio della II Satira del grande aquinate.
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