mercoledì 22 luglio 2020

Homo homini lupus

Questa sentenza latina, tristemente famosa e citata spesso con un pizzico di rammarico, vuol dire:

l'uomo è un lupo per l'uomo.

La frase originaria, però, non è esattamente questa, perché il primo a citarla è stato il commediografo Plauto nella commedia Asinaria (atto II, scena IV, v. 495) in questa precisa forma:

lupus est homo homini,

che, con l'aggiunta di est (= è) e la posizione iniziale, invece che finale, di lupus, non ne altera minimamente il significato.
Si tratta, come è evidente, di una constatazione amara, della realistica presa d'atto che gli uomini sono mossi da fini esclusivamente egoistici, e che si comportano da spietati predatori nei confronti dei loro simili, mostrandosi sempre pronti ad approfittarsi dei più deboli e inermi, per soddisfare i propri istinti o conseguire il proprio tornaconto.
Ma lo studio della letteratura latina può avere anche una funzione consolatoria, perché a una frase così cinica, come quella scritta da Plauto, possiamo contrapporne molte altre, permeate di altruismo, che sostengono il contrario e sono quasi una carezza per la nostra anima. Citerò le due più belle.
Il commediografo Publio Terenzio Afro nella commedia intitolata Heautontimorùmenos (= il punitore di se stesso) nel verso 77 fa pronunciare al vecchio Cremete le seguenti frasi:

homo sum, humani nil a me alienum puto
sono uomo e penso che niente di umano mi sia estraneo.

A sua volta il poeta satirico Giovenale nella XV satira (vv. 140 - 142) fa una considerazione molto simile:

Quis enim bonus... ulla aliena sibi credit mala?
quale persona dall'animo buono... può credere che i dolori altrui le siano estranei?

In queste due affermazioni trovo sentimento autentico, ma nella seconda anche una sottile venatura di malinconia: non per niente nel brano immediatamente precedente l'aspro satirico di Aquino ha appena parlato del dono divino delle lacrime, che distingue gli uomini dalle bestie...
No: lo studio della lingua e della cultura latina non si può risolvere in un semplice problema di sterile erudizione, ma deve servire ad arricchire la nostra vita interiore.
    



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