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Finis coronat opus
mercoledì 20 ottobre 2021
Cara OCSE, fatti un... "buono"!
sabato 16 ottobre 2021
Countdown
Prendo lo spunto per questo mio post da alcune frasi scritte da mia figlia Claudia, contenute nel suo primo commento al mio articolo “Scrivere è vivere” del 12 ottobre scorso. Sono delle idee su cui ho riflettuto spesso pure in passato, fin da bambino, ma ancora di più negli ultimi anni: sia allora che ora sono state e sono per me sempre fonte di una sottile angoscia. Le frasi sono queste:
Personalmente preferisco romanzi leggermente più lunghi (ma non troppo) della media ma solo per evitare di pensare “mannaggia, è già finito” nel momento di massimo coinvolgimento, dopo essermi accorta che le pagine rimaste sono troppo poche.
martedì 12 ottobre 2021
Scrivere è vivere
Per quei pochi – preferisco non quantificarne il numero, perché altrimenti mi resterebbe l'amaro in bocca – dicevo: per quei pochi veramente interessati alla mia attività di scrittore (ogni tanto farebbe piacere leggerne qualche commento) voglio dilungarmi un po' sul romanzo, che sto componendo, fornendo loro alcuni ragguagli.
- In data odierna sono arrivato a pagina 132 e, quindi, mancando ancora, più o meno, altri due capitoli, è possibile – ma non lo garantisco – che io riesca a superare il mio record di lunghezza, che è di 156 pagine complessive nel romanzo: Quando ruggisce la notte (2016). Capisco che questa mia osservazione possa apparire un po' bizzarra, ma ho voluto farla, dato che tra i miei lettori c'è stato e c'è chi mi ha rimproverato di non aver scritto romanzi più lunghi, magari di centinaia e centinaia di pagine, in confronto ai quali i miei appaiono come esili e scarni... Bignami.
- Il romanzo risulta strutturato in tre parti, ciascuna divisa in capitoli. La prima parte, la più movimentata e romanzesca, costituisce l'imprescindibile presupposto delle altre due, che risultano più discorsive e ideologiche.
- Indipendentemente dai tempi di ambientazione ci sono ricorrenti riferimenti allo storico latino Sallustio, indirettamente nella prima parte, esplicitamente nelle altre due.
- Inoltre mi preme confessare che ho provato e sto provando una grande soddisfazione e spesso un grande godimento durante l'ideazione e la stesura del romanzo. Immedesimarmi nelle vicende dei personaggi e nei loro moti interiori, sia intellettuali che sentimentali, descrivere stati d'animo e situazioni di vario tipo mi permette di estraniarmi dalla realtà, proiettandomi in un altro mondo, non importa se migliore o peggiore purché diverso.
- Infine vi regalo l'ultima chicca, ossia il titolo del romanzo, ma sotto una forma ermetica e disarticolata, che dovete ricostruire, sulla base dei dati che vi fornisco.
Lettere usate:
a (2), b (1), e (2), g (1), i (3), l (2), o (2), r (1), t (1), u (1), v (2).
Parti del discorso:
articolo (1), verbo (1), congiunzione (1), sostantivo (1), particella pronominale (1).
Più chiaro di così...
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